Il titolo può sembrare strano ma si sta discutendo di questo famoso 2% delle spese “militari” come se fossimo dal salumiere, con una superficialità disarmante da tutte le parti.
Attraverso alcune domande cercherò di dare maggiori informazioni sull’argomento. Il testo è piuttosto lungo ma ne vale la pena per poter avere una propria opinione e non farsi plagiare da preconcetti e disinformatori.
Va bene Luca, parliamo un po’ di spese militari, io non voglio le bombe nucleari o cose del genere, sono queste le spese militari?
Domanda giusta. Prima ancora di parlare di una cosa sarebbe giusto definirla. Il termine spese “militari” per esempio è una definizione errata o equivoca anche perché cosa riguardano? Tutte le cose che hanno attinenza con i militari? Per esempio il carabiniere che pattuglia sotto casa tua è una spesa militare per te? Lo chiedo perché anche quella spesa rientra nelle spese del Ministero della Difesa. Il volo sanitario che porta un bimbo di Palermo all’ospedale a Roma è una spesa militare? Avviene più spesso di quel che pensi ed è l’aeronautica MILITARE a farlo. Come vedi è impossibile definire le spese “militari”. Chi le chiama così o lo fa in malafede per evocare scenari di guerra oppure non sa di che parla. Una definizione più giusta sarebbe spesa per la difesa e la sicurezza.
Va beh, chiamale spese per la difesa e sicurezza ma comunque so che spendiamo tantissimo per sta difesa e sicurezza, giusto?
Tanto o poco è una cosa soggettiva, posso dirti quando spendiamo. Il bilancio del Ministero della Difesa per il 2021 sono 24,583 miliardi. Sono tanti? Pochi? Rappresentano circa il 3% del bilancio dello Stato (non confondiamoci con il 2% del PIL). Per dare una dimensione di questa spesa il Ministero del Lavoro rappresenta il 21% del bilancio (circa 171 Miliardi) e il Ministero dell’Istruzione insieme a quello dell’Università e Ricerca rappresentano oltre l’8%. Il Ministero della Salute non è pervenuto perché le spese sanitarie sono in capo alle Regioni ma le spese sanitarie sono circa 125 miliardi quindi circa il 15% del bilancio dello Stato.
Ma quanto spendono gli altri Paesi?
NOTA:
I dati sono approssimati e indicano le voci di bilancio dei Ministeri. Si può arrivare ad altri numeri se si tiene conto del bilancio “integrato” cioè al bilancio del Ministero di riferimento si aggiungono altre spese di altri ministeri o altri enti. Per esempio l’edilizia scolastica non è tutta in capo al MIUR ma ci rientrano anche altri enti e quindi delle somme restano fuori dal calcolo fatto sopra.
L’Italia quindi spende meno della metà degli altri Paesi europei in termini assoluti, ma se si rapporta la spesa al PIL ecco che in ambito NATO, su 30 paesi, l’Italia si piazza 26eseima per spese per la difesa.
FONTE: Defence Expenditure of NATO Countries (2014-2021) – 11 giugno 2021
Ok, ora ho capito quanto spendiamo ma come li spendiamo sti soldi?
Quei 25 miliardi circa sono divisi in diverse funzioni ma per non farla lunga parliamo di 3 settori: personale, esercizio e investimento.
Secondo una legge del 2012 questi 3 settori dovrebbero essere in proporzione 50% personale, 25% investimento, 25% esercizio. Nel 2021 sono ripartiti nel bilancio del Ministero della Difesa come 70% personale, 18% investimento, 12% esercizio. In realtà se si guarda al bilancio integrato ossia guardando anche ad altre spese che fanno altri ministeri come il MISE ma riconducibili alla Difesa (come spiegavo sopra per l’edilizia scolastica) la voce degli investimenti sale arrivando al 25%.
Ecco e se volessi ridurre queste spese? Cosa si potrebbe ridurre?
Abbiamo già visto come le spese per la Difesa rappresentino il 3% del bilancio e altre voci rappresentano 3 o 5 volte tanto ma anche volendo tagliare cosa si può tagliare? Gli stipendi? Abbiamo un numero di soldati già esiguo rispetto a Paesi vicini o simili in grandezza:
- • Italia: 175000
- • Egitto: 450000
- • Turchia: 514000
- • Germania: 284000
- • Francia: 259000
- • Giappone 239000
- • Regno Unito 208000
Senza contare che quasi tutti hanno delle Forze di riserva scarsamente valorizzate in Italia.
Tagliare da questa voce sarebbe impossibile anche perché o si aspetta che vadano tutti in pensione (bloccando i reclutamenti arrivando ad avere un esercito di 60enni) oppure si dovrebbe trovare loro un’altra occupazione nella Pubblica Amministrazione e quindi il risparmio non ci sarebbe (oltre a non avere più una Difesa). Senza contare che il 30% circa di quei soldi riguarda l’Arma dei Carabinieri quindi si andrebbe a depotenziare anche la sicurezza interna.
L’Esercizio è già la cenerentola di queste voci quindi non andrei a toccarlo. Altrimenti rischiamo di non avere persone addestrate e pronte all’occorrenza.
La voce dell’Investimento è forse l’unica aggredibile ma conviene? Per rispondere bisogna fare uno sforzo e capire in primis come vengono finanziati i vari programmi della Difesa. Per molti anni questa voce era di circa 4 miliardi di euro. Questi soldi sono divisi in tanti progetti pluriennali. Infatti un satellite, un aereo, un blindato non si compra chiavi in mano ma si porta avanti un progetto che può durare anche 30 anni perché prima si deve progettare, poi produrre e poi viene acquistato in più tranche. Per esempio nel 2021 c’è stato un aumento della voce investimento per una serie di fattori: alcuni dei vecchi sistemi erano ormai vecchi e andavano rinnovati come per esempio la parte antiaerea con dei missili degli anni 70 che dovevano essere sostituiti e l’inizio di nuovi progetti. Questo ha portato ad un incremento della spesa a 6,8 miliardi, una cifra record che tornerà a scendere a 4,5 miliardi nel 2023 in linea con le spese precedenti.
Considerando che ci sono quindi tanti progetti annuali anche eliminandone uno si risparmierebbero forse un centinaio di milioni l’anno (dipende dal progetto) andando a scegliere di quale di questi progetti possiamo privarci perché, e arriviamo alla domanda delle domande che questa volta faccio io:
l’Italia vuole avere degli assetti per difendersi?
Giornalmente ci sono sistemi antiaerei che proteggono lo spazio aereo italiano, batterie missilistiche che possono abbattere oggetti non identificati in cielo nel caso in cui se ne presenti la necessità, aerei pronti a partire in 15 minuti per intercettare altri velivoli (possono sembrare scenari di guerra ma ci sono centinaia di questi eventi in un anno), satelliti che fanno funzionare il nostro gps, che permettono comunicazioni d’emergenza, meteorologici, navi che fanno vigilanza pesca e assistono i pescatori contro pescatori di frodi o altre minacce (ricordiamo i pescatori di Mazzara sequestrati), carabinieri che pattugliano le strade e ora anche tutto l’aspetto della cybersecurity. Il discorso energetico sta diventando predominante e quindi oltre ad avere i gasdotti sottomarini ci sarà bisogno anche di difenderli perché se qualcuno vuol tagliarci fuori energeticamente dovrebbe solo mandare un drone sottomarino a far saltare in aria le linee di approvvigionamento e lo stesso vale per i cavi internet sottomarini.
Eh ma l’Italia ripudia la guerra…
In realtà una norma va letta tutta fino alla fine, l’Art 11 dice “L’Italia ripudia la guerra come strumento di OFFESA alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo” e sempre la Costituzione dice all’Art 52 che “la difesa della Patria è sacro dovere del cittadino”. Quindi sì l’Italia ripudia la guerra come mezzo di offesa ma al tempo stesso difendersi è un dovere sancito sempre dalla Costituzione quindi una Difesa ci deve essere e deve essere efficiente ed efficace. Avendo visto che circa il 70% della spesa è per il personale se si dovessero tagliare le altre voci si rischierebbe di avere a quel punto una difesa che comunque ha un costo ma inutilizzabile per mancanza di mezzi o addestramento o con dei sessantenni da mandare in guerra (con tutto il rispetto per i sessantenni) e quindi un Paese preda di altri soggetti che potrebbero pregiudicare le funzioni essenziali di uno Stato.
Ma quindi sei per il 2% del PIL?
Questa cosa del 2% sta sfuggendo di mano. Non è mai stato votato un aumento del bilancio della Difesa come scrivono certi giornali o come dicono certi personaggi. Anche le cifre che tirano fuori, 13 miliardi sono calcoli che non rappresentano nulla ma utili per strappare un click o fare un titolo e vendere una copia in più: il PIL italiano è circa 1800 miliardi, il 2% è 36 miliardi, le spese che la NATO vede come spese per la difesa hanno parametri ancora diversi dai nostri e nel 2020 e secondo loro spendevamo 22,84 miliardi. Qualche giornalista che mangia pane e volpe ha arrotondato a 23 e fatto 23 + 13 = 36. Ecco da dove escono questi 13 miliardi ma non c’è stata nessuna votazione che ha detto che dal 2022 o 2023 o qualsiasi altro anno il bilancio diventa 36 miliardi e che si devono trovare altri 13 miliardi. Quello che è stato votato è un odg (che non ha valore giuridico) che riprende un impegno del 2014 dove tutti i paesi della NATO si impegnano ad arrivare a quel 2%. L’Italia nel 2020 era all’1,39%, come detto in precedenza, 26esima in classifica, e non sarà per quell’odg che domani diverrà prima. Questa questione del 2% è un falso problema, le spese per la difesa vengono pianificate di 3 anni in 3 anni e da nessuna parte ci sono questi 13 miliardi in più. Anziché fare disinformazione noi tutti dovremmo prendere più consapevolezza dell’importanza della difesa e sicurezza. Non ho paura che arrivi un carrarmato nemico a Piazza del Popolo e anche io lo ritengo estremamente improbabile ma la sicurezza permea ogni nostra attività quotidiana: anche il miglior ospedale d’Italia se con un ransomware gli blocchi i sistemi informatici non potrà darti la prestazione, anche la più produttiva azienda italiana se non ha l’elettricità rimane chiusa, è inutile avere una zona economia esclusiva nel Mar Mediterraneo se poi non puoi farla rispettare con degli assetti navali. Non bisogna farsi guidare da preconcetti o da isterismi né da una parte né dall’altra perché si può spendere di più e male come si può spendere di meno e pregiudicare delle capacità che non recupereremo mai più facendo danni ad altri settori. Credo che le spese per la difesa in termini assoluti aumenteranno in maniera ponderata nei prossimi anni ma di certo non quei numeri che dicono alcuni giornalisti. Aumenteranno per mantenere almeno il passo con la rivalutazione monetaria e perché da qualche anno ci sono 2 nuovi domini da difendere (cyber e spazio, gli altri 3 sono mare, aria e terra) e quindi ampliando la portata degli interventi ci sarà anche un aumento dei costi. Come sono aumentate tutte le spese e il bilancio dello Stato, (ad esempio negli ultimi 22 anni la spesa per la sanità è passata da quasi 70 miliardi a oltre 120). Io sono il primo a dire che si deve spendere meglio e che si può anche risparmiare ma dobbiamo capire anche che le spese per la nostra sicurezza sono anche degli investimenti se fatte bene. Ci sarebbe da parlare ancora di tutto il mondo industriale dietro la nostra sicurezza, dell’apporto tecnologico (ricordiamo che internet era un progetto militare) e di molti altri aspetti ma se hai letto fino a qui non voglio tediarti ancora.
Abbiamo la possibilità di sederci ad un tavolino e pianificare il futuro del Paese ma bisogna farlo partendo dai numeri, accantonare preconcetti e smetterla con il tifo politico. Nei prossimi anni le turbolenze economiche e le sfide geopolitiche saranno enormi e l’Italia deve fissare degli obiettivi. I giornali che urlano scandalizzati al riarmo lo fanno solo per vendere, sanno anche loro che in una situazione economica del genere 13 miliardi non si trovano e se ci fossero ci sono anche altre priorità, però abbiamo il dovere di pensare a quali strategie il Paese dovrà portare avanti per i prossimi 30 anni e se parliamo di energia, di salute, di economia, di commercio o qualsiasi cosa vi viene in mente avranno sempre un fattore comune che è la sicurezza e quindi la difesa di tutti quegli elementi che possono produrre benessere. Avremo un’Alleanza proiettata verso l’Est e l’Indopacifico con un Mediterraneo che potrebbe rimanere sguarnito, se ci va bene, oppure preda di altri paesi che non si faranno remore ad imporre i loro interessi economici e commerciali, non possiamo rimanere invischiati in litigi sterili ma bisogna affrontare tutti questi momenti con senso di responsabilità.