In occasione dell’intervista pubblicata sul sito dell’Assemblea Parlamentare della NATO ho avuto l’opportunità di sottolineare quali sono le sfide che l’Italia e l’Alleanza stanno affrontando nella lotta contro il COVID-19.  Buona lettura!

 

 

La cooperazione tra gli Alleati ed il supporto fornito attraverso NATO svolgono un ruolo fondamentale nella lotta contro il COVID-19. Gli Alleati stanno lavorando insieme prestandosi mutua assistenza con personale ed attrezzature mediche anche attraverso ponti aerei militari e condividendo conoscenze e risorse.

In che modo la NATO e gli Alleati possono rafforzare la cooperazione nella lotta contro il COVID-19 e nei confronti di  emergenze sanitarie similari in futuro?

 

Il supporto di un’organizzazione come la NATO è fondamentale anche per scenari come quello che stiamo vivendo con il COVID-19. Il lavoro svolto dal Euro-Atlantic Disaster Response Coordination Centre (EADRCC) ne è stata una prima dimostrazione. Al di là degli assetti materiali che può mettere in campo, il vero valore dell’Alleanza risiede nella sua natura di assemblea di scambio e supporto dei vari Paesi. Grazie alla sua natura politico-militare può rispondere più velocemente rispetto ad altre organizzazioni, avendo la possibilità di collaborare con le Forze Armate dei Paesi Membri e, almeno per l’esperienza italiana, le forze armate hanno dato prova di rapidità e affidabilità in questa crisi.  La Nato già dispone del Force Health Protection e vengono svolte esercitazioni su eventuali pandemie. Diventa interessante anche Il ruolo del CEPC (Civil Emergency Planning Committee) in ottica di garantire sempre di più best practice comuni volte ad assicurare la resilienza richiamata dall’art. 3 del Trattato NATO, anche in presenza di eventi non scaturiti da attacco armato ma che possano mettere sotto stress il Sistema Paese e la sicurezza degli Alleati.  In futuro sarebbe utile rafforzare questo aspetto che non rientra propriamente nella missione della NATO ma l’Alleanza ha già dato prova di adattabilità e potrebbe fornire questo ulteriore scudo ai suoi Membri, poiché anche tra le forze armate ci sono stati contagi e vittime. Delle procedure più attente per evitare di vedere compromesse le nostre forze di dissuasione diventano quindi essenziali.

Un altro punto fondamentale è la mobilità, la NATO ha già dimostrato estrema attenzione al tema. Molto spesso questa viene vista come una volontà diretta solo verso Est. La crisi COVID-19 ci ha fatto capire che la rapidità di intervento diventa essenziale e utile verso tutti i confini e per diversi tipi di emergenze non solo militari. Dal lato civile, ci ha reso più consapevoli di quanto la resilienza di ogni Stato compenetri e influenzi le sue capacità militari, penso ad esempio anche alle produzione di beni e servizi essenziali in caso di conflitto.

 

Garantire  il pubblico accesso alle informazioni sul COVID-19 in maniera tempestiva, trasparente ed accurata, è fondamentale per contrastare la disinformazione durante la crisi. Gli Alleati e la NATO continuano ad impegnarsi nel dare informazioni concrete per combattere gli sforzi di chi mette in circolo notizie false. In che modo gli alleati possono incrementare la loro azione nel contrastare le campagne di disinformazione

 

Se mettiamo da parte la crisi sanitaria, quello della disinformazione è il problema più grande che stiamo vivendo in questi giorni. Teorie del complotto e informazioni parziali, grazie alla viralità concessa dai social network, hanno drenato tante energie per rassicurare e informare la cittadinanza. In Italia la Nato stessa è stata vittima di uno di questi casi attraverso le fake news sull’esercitazione “Defender Europe 2020”. È stata raccontata da fonti inattendibili come una missione segreta per il COVID-19 e per smontare tale ricostruzione sono state di grande aiuto la trasparenza e le informazioni sull’esercitazione che SHAPE aveva fornito sul web già da tempo. La maggior parte delle persone crede ad una versione perché è l’unica che gli viene raccontata, quindi dobbiamo aumentare i nostri sforzi per spiegare come le istituzioni si muovono e cosa fanno; in questo modo si innalzerà anche il livello delle discussioni.

 

L’Italia è uno dei paesi più colpiti da COVID-19. Dalla sua esperienza in Italia e come Presidente della Delegazione italiana presso l’Assemblea Parlamentare della NATO, quali lezioni possono imparare gli Alleati dall’Italia per proteggere i loro cittadini da questa crisi e da eventuali future pandemie?

 

In Italia è accaduto qualcosa di particolare che, persino chi vive qui, fa fatica a notare. La crisi della politica è ormai nota, non solo in Italia. In Europa si susseguono elezioni e diventa sempre più difficile trovare maggioranze solide. I cittadini in tutto questo perdono fiducia nei sistemi democratici e soprattutto nei loro rappresentanti. Ormai da tempo questo fenomeno si è allargato anche ad altri ambienti, persino i medici vengono messi in discussione da quello che il cittadino legge su Google. Durante questa crisi, però, le persone hanno cercato il Governo, hanno ascoltato gli esperti, hanno visto nei medici e negli infermieri dei nuovi eroi. Una lezione da imparare è che in tempo di crisi non conta molto quello che si dice ma quello che si sa fare e provare a fare del nostro meglio è l’unico modo per proteggere i cittadini.

 

Quale ruolo svolgono i parlamentari nell’affrontare questa crisi? Quali sono i vostri obiettivi e le vostre priorità?

 

Un ruolo molto importante è quello di dialogare con i cittadini che, soprattutto in questi mesi chiedono informazioni e consigli. Un lavoro enorme è quello contro la disinformazione non solo di natura politica che potrebbe portare a neutralizzare le scelte fatte per contrastare la pandemia. Ad oggi stiamo lavorando molto per la risposta economica al virus, avremo davanti mesi difficili ma la sfida più grande sarà ripensare il nostro stile di vita che, in così poco tempo, è stato messo in crisi e cambiato da qualcosa che non pensavamo potesse accadere. Oggi abbiamo la necessità di osservare con occhi nuovi questo nuovo mondo: è successo tanto negli ultimi decenni e ci sono stati cambiamenti epocali, tecnologie sorprendenti ma non c’è stato un vero cambio di paradigma nel nostro stile di vita. Ora abbiamo la possibilità di affrontarlo.